domenica 18 dicembre 2011

Parlami di te ... ma non troppo

Qualche giorno fa, mentre tornavo indietro sui miei passi ricalcando orme impresse nella memoria e percorrevo la mia strada verso casa riavvolgendo un film che mai più vorrò ripetere, pensavo che ci sono persone incapaci di  vedere se stesse se non raccontandosi come in un romanzo, se non presentandosi al mondo, ai propri occhi, al proprio io come eroi o eroine di tragiche o epiche storie, di tragiche o epiche epopee di fronte alle quali “Radici” diventa una commediola all’italiana e “Via col vento” un telefilm wester lunghetto e noioso.
Il più delle volte le storie che queste persone si cuciono addosso sono storie di profondi, intensi e disperati amori in quanto gli accessori di scena per queste drammatiche epopee sono disponibili a prezzi più accessibili rispetto tutte le altre tipologie, da quelle d’avventura ove necessita (almeno) comprare una bussola e una borraccia a quelle di fantasy dove se non hai un drago, anche di seconda mano, anche asfittico come Fumè (il padre di Grisù) non sei nessuno. Qualche strizzata di cuore, un paio di fazzoletti ricamati, tramonti ingialliti su viali alberati e bianche selvagge scogliere battute dalle onde e dal vento sono mediamente a basso prezzo, in genere gratuitamente offerte da una Madre Natura più che generosa e dispendiosa in melensi scenari romantici.


Le persone di cui parlo non sono però gl’inguaribili romantici, gli sdolcinati e vecchi adolescenti che spesso ci fanno sorridere, nostalgici di un passato che noi abbiamo abbandonato alle spalle al giro di boa dei vent’anni e che loro si portano sul groppone fino ai novanta suonati. Magari! Le persone di cui parlo sono persone che di ogni evento, di ogni minimo accadimento, di ogni parola, di ogni starnuto, fanno un racconto, una novella, un poema, un’opera in prosa … su se stessi. Queste persone di ogni inezia fanno una celebrazione in cui, invariabilmente pongono se stessi sul trono del protagonista, del supremo e unico e reale motore di ogni avvenimento o di ogni accadimento l’unico vero destinatario. Di ogni evento fosse anche l’esplosione d’una supernova, un cataclisma siderale, l’invasione degli alieni, la venuta del Salvatore per un secondo masochistico giro di croce, il Big One in California o una strage di bertucce in Nuova Guinea in qualche modo loro ne sono parte e personaggio principale, principio attivo per il quale l’Universo ha deciso di mettersi in moto,  generare il Big Bang e tutto ciò che ne consegue.

Gli psicologi chiamano queste persone, giustamente, “narcisisti”.

Io gli psicologi li capisco poverini, in fin dei conti prendere soldi dalle persone per dire “lei è pazzo” deve essere un po’ come per gli avvocati prender soldi dai mafiosi e dire, restando incolumi, che sono pericolosi criminali, codardi e meritori d’essere sciolti nell’acido solforico. Bisogna in qualche modo indorare la pillola. Così s’inventano questi nomi fantasiosi, questi fantasiosi accostamenti mitologici più per darsi un tono nelle diagnosi che per reale necessità operative. Io che psicoterapeuta non sono e che non prendo soldi da pazienti o impazienti d’alcun tipo posso permettermi di parlare senza parafrasare, con lingua dritta e sicuro di non sbagliare; io che non ho ricette da scrivere e articoli psicoanalitici da pubblicare posso permettermi di sostituire alle parole “disturbo narcisistico della personalità” il termine più diretto e intuibile di “vampirismo emotivo” ed i portatori insani di questo malanno chiamarli “vampiri emotivi” o, come li definisce una mia cara amica, “larve psichiche” .

Chi ha mai avuto a che fare con questi personaggi conosce e sa come possono essere davvero pericolosi e destabilizzanti per la vita di chiunque.

I vampiri emotivi hanno sempre e solo un chiodo fisso: sé stessi e il proprio nutrimento, sé stessi e la propria ingorda, insaziabile, incolmabile, inarrivabile fame. Il fatto che siano spesso anche irriducibilmente grassi o diafanamente magri è un indice del fisico riverbero sul loro corpo della loro forma mentale. Questo non significa che essere sovrapeso o magri implichi per forza essere un vampiro emotivo ma, all’opposto, nessun vampiro emotivo riesce a regolarsi con il peso perché il suo confine col mondo è solo un labile segno di gesso tra ciò che vuole e ciò che ottiene, tra ciò che un attimo prima desidera e un attimo dopo averlo fagocitato rigurgita in decomposta mistura di disprezzo e sdegno per dedicarsi al prossimo punto del suo distruttivo elenco di desideri repressi e insaziabili.

Come tutti i vampiri che si rispettano sanno camuffarsi tra la gente comune e, anzi, in un primo momento sono persino simpatici e attraenti a loro modo, soprattutto se di sesso femminile. Hanno una certa grazia, una notevole educazione, correttezza e rispetto a non finire. Come il famoso Conte Dracula hanno un certo tocco di nobiliare apparenza che li rende quasi speciali anche se, all’inizio, tendono a rimanere un po’ nell’ombra, a raccogliere dati, a scribacchiarli psicoticamente su blocchi note reali o immaginari, a comporli nella mente per identificare e soppesare se potete o non potete essere loro cibo, loro fonte di nutrimento emotivo, loro vittima sacrificale. Se capiscono che siete pascolabili per i loro canini usano la tattica del piede nella porta, pian piano, una mossettina per volta, riluttanti (apparentemente) ad entrare si fanno invitare nella vostra casa, si fanno condurre a spasso per le vostre stanze e prendono possesso di ciò che è vostro con la scusa di rendervelo ancor più gradevole, più bello, più funzionale, sempre più loro e sempre meno vostro.

Può accadere in questa fase che compiano un gesto troppo audace, un attimo d’eccessiva sicurezza, un atto che voi cogliete e di cui chiedete ragione. Non preoccupatevi il vampiro, saprà come anestetizzarvi ancora e ancora farvi sentire in colpa anche solo per aver pensato male di lui, di averlo offeso, di averlo maltrattato; nel frattempo si prenderà cura dei vostri cagnolini, procurerà il miglior cibo per i vostri gattini, avrà nella borsa una medicina omeopatica per voi, un simpatico regalino per vostra figlia, un paio di biglietti per un concerto da godersi all’aperto sotto la pioggia scrosciante.
Cose da poco, i vampiri emotivi sono in genere piuttosto restii, quasi stitici, nel donare davvero cose di valore e lo fanno solo quando non possono farne a meno, solo per ottenere da voi una schiavitù pressoché totale; cose da poco ma costantemente introdotte, contrabbandate, intrufolate nella vostra casa, nella vostra vita, nel vostro mondo, roba da poco, di poco prezzo, paccottiglia relazionale, favori che potevate evitarvi e piccole attenzioni che suonano più come invadenza che come aiuto fattivo ma non potete rifiutare perché in questo modo li ferite, ne minate il delicato equilibrio psicologico, ne risvegliate i problemi infantili di accettazione, il drammi dell’adolescenza bruciata, delle violenze subite, delle terribili conseguenze d’esperienze allucinanti, del genitoriale rifiuto, di profondi deficit di accudimento, di traumi postoperatori preadolescenziali. In linea generale chi davvero ha subito questi eventi (e non sono poche persone) tende a dimenticarseli, a cancellarli dalla memoria fino a seppellirli nella cantina della cantina della cantina dell’inconscio mentre per i vampiri emotivi sono manna dal cielo, la più potente arma a disposizione oltre i loro canini. Il più delle volte queste tragedie sono vissute (semmai) sui romanzi o in minima parte o per “procura” e poi vengono esaltate per darvi in pasto il vero veleno di questi predatori, la loro mortale mistura: il senso di colpa. Con abilità e spregiudicatezza alcuni sono così bravi nell’arte del travestimento da farvi sentire fortunati al loro confronto anche se avete avuto un padre ergastolano e una madre tossicodipendente e prostituta, insomma, un vero inferno il loro, un paradiso il vostro, in ogni caso, in ogni situazione, comunque la vogliate rigirare loro hanno diritto a lamentarsi e pretendere, voi NO.

Se a questo punto fate l’errore capitale e vi fate colpevolizzare, vi fate responsabilizzare come se queste larve psichiche fossero sangue del vostro sangue siete fregati. Se a questo punto dimenticate che, qualsiasi cosa sia successo al “povero” o alla “povera” vampira emotiva NON è STATO per CERTO colpa vostra, essendosi consumati gli avvenimenti mediamente in luoghi e tempi così lontani dalla vostra conoscenza da non essere più neanche comprovabili; se dimenticate questo piccolo e banale particolare, se al posto di eclissarvi (sì, anche codardamente, tanto alla fine se vorrete sopravvivere dovrete lo stesso troncare qualsiasi relazione con la minaccia d’una denuncia per stalking) prestate orecchio a queste lamentazioni siete finiti. Non ci sarà più nulla di certo nella vostra vita e la vostra stessa sanità mentale sarà a serio rischio.

Il vampiro emotivo si lamenta costantemente e i motivi delle sue lamentazioni sono sempre le stesse: mancanza di gratitudine, mancanza di rispetto, mancanza di comprensione, se fosse nato in altro secolo,in altro mondo, in altra famiglia avrebbe avuto tutto tra le mani, se il cielo fosse amaranto lui/lei sarebbe davvero un dio e se deve sopportare una vita grama è colpa del mondo che non lo capisce, della sorte che non l’aiuta, di voi che non lo state neanche ad ascoltare, tutti presi da cazzate di ordinaria quotidianità come lavorare per sopravvivere, pagare le bollette e tirare la fine del mese. Tutte queste lamentazioni vi saranno propinate anche dopo esservi svenati per lui/lei, dopo aver venduto l’ultimo gioiello di famiglia per fargli passare una serata al cinema perché è triste ed inconsolabile per il terremoto di Messina del 1908, dopo avergli donato un rene ed esservi offerti volontari per essere fucilati al posto suo. Nonostante questo e due minuti dopo troverà il modo per denunciarvi un vostro insopportabile sgarbo, una pesante offesa, una profonda ferita emotiva, con reprimende fino al limite della tragedia che culmineranno in un reciproco perdono in cui voi, coglioni, vi farete perdonare cose che non avete mai fatto e loro, paraculi, si saranno ancora meglio assestati sul vostro collo per continuare a succhiarvi come otri fino a sgonfiarvi di ogni stilla vitale. Non osate rifiutare i loro espertissimi consigli medici o vi augureranno di crepare di cancro tra atroci tormenti per averli così profondamente feriti mentre loro, per puro amore dell’umanità, volevano solo aiutarvi a guarire nonostante il vostro cattivo dottore. Non osate comprare la macchina che al vostro vampiro emotivo non piace perché sarà come dire che non vi volete far vedere in giro con lui/lei. Non guardate i film che non vi hanno consigliato perché così state criticandone i gusti. Non parlate con i loro nemici, non parlate con i loro amici, non parlate con altri che non con loro e se fate diversamente è perché così state dicendo che non sono degni d’intrattenere con voi adeguate conversazioni, ingrati senza cuore, mentre per lui/lei stare con voi è l’unica aspirazione della sua vita e per questo rinuncerebbe persino a respirare e vincere al superenalotto.

I vampiri emotivi sono in grado di farvi fare cose innominabili, arrivano alla soglia del plagio perché si insinuano giorno dopo giorno, si fanno amare (all’inizio), vi trascinano in promesse, impegni, si presentano innocenti, vittime, altruisti, generosi, onesti. Soprattutto onesti, sempre veritieri e quindi in diritto di pretendere da voi sempre la verità, ogni volta che ve la chiedono anche se NON hanno UN CAXXO di diritto di chiedervi nulla e non hanno UN CAXXO di nulla da pretendere da voi. In linea generale chi afferma di dire sempre la verità è un vampiro emotivo di prima grandezza, un maestro tra i vampiri, un anziano tra i manipolatori narcisistici. Non credete mai a chi afferma di dire sempre la verità, sono i peggiori bugiardi di questa terra, sono i più disonesti mentitori perché se fossero onesti riconoscerebbero ciò che sono e per fare un favore all’umanità, come pretendono di fare ogni giorno, o si affiderebbero alle cure di uno bravo (veramente bravo) o si lancerebbero a peso morto dal ventesimo piano d’un qualsiasi palazzo pur di smettere di massacrare gli zebedei del prossimo loro.

Le persone affette da questo vampirico disturbo  (più che altro disturbano gli altri, a dire il vero, loro stanno mediamente benissimo) in genere non conservano il posto di lavoro per più di un paio d’anni di fila anche perché dopo tre mesi d’apprendistato alla catena di montaggio andrebbero con tranquillità da Marchionne ad insegnargli come gestire la FIAT pur non sapendo neanche come cambiare una gomma alla propria auto.  I vampiri emotivi inoltre cercano sempre di occupare posizioni e mansioni in cui risultano “utili” alla società, sono spesso volontari di una qualche specie ma solo un’ora al mese e senza troppo fare, sempre molto spargendo fumo, mostrandosi addolorati ed empatici, prendendo nota con accuratezza a precisione, sul loro blocco note, dei punti deboli dell’umanità che risucchiano facendo finta di aiutare, che usano per sé stessi facendo finta di servire. Se volete sapere se una persona che si dà al volontariato è un vampiro emotivo basta puntare il cronometro: nel caso in cui regge più di tre mesi forse non lo è, se viene cacciato al primo accenno di lavoro vero lo è. Un vampiro vive la sua vita di larva parassita per evitarsi di fare fatica, per risucchiare le fatiche altrui già belle e digerite, siete matti a pretendere lavori davvero, volontariamente e, soprattutto, non pagato!

Il problema con questi tipi di vampiri è che per scrollarseli di dosso bisogna diventare a propria volta disumani, non farsi più incantare dai loro pianti, dal loro falso dolore, non farsi spaventare dalle loro  minacce quando, allorché scoperti per quello che sono, graffiano, mordono e urlano la loro rabbia e la loro frustrazione, sputano sbavando come indemoniati il loro odio in tutti i modi, con messaggini, mail, contattando comuni amici, spargendo ovunque le peggiori infamie su di voi. Non farsi irretire dalle loro richieste di perdono quando, accorgendosi d’aver troppo perso la presa in un impeto d’ira e necessitando di qualche goccia ancora di vitale nutrimento da voi (prima di trovare la prossima vittima) vi spiegheranno che hanno sbagliato ma, sì, davvero vi amano ancora con tutti sé stessi e se hanno fatto e detto le porcate che hanno fatto e detto è solo per questo amore profondo e sincero, per questo loro incontenibile e incontenuto sentimento che li devasta e li annienta.

Ora mi chiederete come si fa a battere questi tipi umani senza soffrirne e io non so cosa dirvi, ciascuno ha il suo metodo e il suo segreto. Se sono i vostri genitori potete solo emigrare, se sono i vostri figli potete solo emigrarli. Per gli altri ci sono ben poche difese a parte i paletti di frassino, le mazze ferrate e le croci dell’indifferenza.

Io, ad esempio tendo sempre più ad evitare d’incontrarli: anche in questo caso la prevenzione è tutto. Se sospettate che il vostro fidanzato, la vostra fidanzata, la vostra “schiava”, il vostro vicino di casa, la “mistress” o il “master” con il quale state chattando mentre leggete queste righe, l’amica del cuore appena salutata e con la quale avete chiacchierato tre ore parlando solo di lei e dei suoi inesistenti problemi, il collega di lavoro che vi ha rifilato la sola d’un sabato in ufficio perché lui è troppo esaurito mentre voi state benissimo, sia un “vampiro emotivo” non esitate, non attendete, non fate nulla che vi possa ulteriormente compromettere. Staccate la corrente, eclissatevi, sparite dal suo mondo, cambiate casa, cambiate lavoro, cambiate nome e connotati ma sparite dalla circolazione. Proverà a seguirvi per un po’ ma, per vostra fortuna, la sua fame è così profonda e insaziabile che presto, in vostra assenza, dovrà passare ad altra vittima.

2 commenti:

  1. E' già un bel modo per guarirne e ricominciare a vivere la propria vita senza aspettarsi nulla dagli altri, semplicemente pareggiando i conti con l'universo, mettendoci una pietra sopra e convincendosi che non serve succhiare il sangue in giro, che il proprio basta e avanza anche per fare grandi cose.
    :-)

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